giovedì 31 luglio 2008

L'Alberto da Giussano

Se il Bossi junior riesce a farsi bocciare per la seconda volta con una tesina, probabilmente mal fatta, sul Cattaneo, non dobbiamo meravigliarci che il Bossi senior si scateni in un colossal televisivo su Alberto da Giussano. La storia ha i suoi cultori, meglio se leghisti con le loro analisi storiografiche che interpretano in chiave celtica quello che altri studiosi hanno indagato con metodo vichiano, crociano o marxista. Federico I, il Barbarossa, è interpretato come l'oppressore che secondo la chiave leghista signifca lo stato centralista, in effetti l'imperatore è a capo di uno stato in lotta continua con il Papa che siede in Roma, mentre il nostro Bossi senior che pur sempre un ministro di questo stesso stato centralista, continua ad andare a Roma a prendere ordini, di malavoglia, ma sempre ordini sono, dal suo imperatore.
Non c'è momento storico migliore, per diventare consulenti di un film epico di questo, in cui la gente comune non arriva alla fine del mese, la bolletta energetica svuota i portafogli, i mutui rincarano ad ogni rata, l'Alitalia è in attesa della divina provvidenza che tarda ad arrivare, nonostante l'unto dal Signore faccia finta di stracciarsi il doppiopetto di sartoria, si cosparga i rari capelli di cenere e sacrifichi il primogenito. Dopo le impronte digitali ai rom, l'esercito nelle strade, gli assegni sociali annullati, gli extra-comunitari perseguitati come delinquenti, avevamo proprio bisogno di un bel romanzo storico sul Carroccio e la Battaglia di Legnano: ci siamo sempre lamentati che la cultura è sacrificata, ora che la tv ci educa e ci indica la strada maestra, non ho più paura del futuro. Lo spadone di Alberto, innalzato con virile baldanza, e Bossi ne sa qualche cosa, sarà il nostro parafulmine e porta fortuna, non vorrei solo che si trasformasse nell'ombrello di Altan.

1 commento:

Anonimo ha detto...

la prego, continui a scrivere il blog. Lo trovo molto interessante

Raffaele, 26 anni