giovedì 24 luglio 2008

Il bluff


Oggi chiunque è in concorrenza con se stesso, o meglio con quella parte di se stesso in cui si vorrebbe identificare o riconoscere. Viviamo in una società di immagine, ma l’immagine che riflettiamo è tutt’altro che positiva. E soprattutto non veritiera. L’immagine non riflette la vera personalità perché deve essere appetibile e conforme al modello corrente, quindi spigoli smussati, angoli arrotondati, pungiglioni spuntati. Se vogliamo prendere in esame i blog erotici sono solo un aspetto abbastanza deprimente di casalinghe deluse e depresse che estrinsecano a parole desideri inconfessabili e frustrazioni represse. Tutto quello che non hanno avuto, vorrebbero, ma non possono, lo dicono a parole. E’ tutto un bluff. Triste, ma vero. I profili sono fasulli, le foto taroccate, le frasi da baci Perugina. Se poi dal privato passiamo al pubblico, al politico la delusione è ancora più cocente: uomini e donne senza progetti, con idee fotocopia, da imprinting presidenziale, come le taccole di Lorenz. Veline, saltimbanchi, portaborse, dilettanti, tutto il circo mediatico e politico si esprime con frasi fatte, pensieri coatti, lessico elementare, sintassi incerta. Questo si estrinseca a maggior risonanza quando il nostro conducator mostra come il liceo salesiano abbia cercato di insegnargli il latino, con i risultati che abbiamo visto. Peccato non ci sia Apicella a correggerlo in un buon napoletano. Ma glissiamo su questi particolari, il bluff vero è quello che è stato servito agli italiani, che, come carpe in amore, hanno abboccato all’amo dell’illusione. Illusione, immaginazione, fantasia, gioco di prestigio è tutto quello che seduce l’italiano medio, non certo la seriosità, l’equilibrio, il grigio tran-tran, l’etica. L’uomo italiano ha bisogno di essere trascinato in un mondo irreale, deve credere a Babbo Natale o alla Fata Turchina, come Pinocchio è stato trascinato nella bocca della balena. L’uomo medio italiano deve essere stupito, allocchito, stranito; la realtà lo deprime, lo angoscia, lo intristisce. Meglio i fuochi di artificio, anche se durano poco, sono molto colorati e fanno molto rumore.

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