martedì 8 aprile 2008

La crisi di una civiltà


Nel Medioevo una guerra portava devastazioni, lutti e carestie, oggi la globalizzazione ha iniziato a stringere in una morsa la disponibilità di cibo nel mondo. Quattro degli otto maggiori produttori di grano del mondo ( Russia, Kazakistan, Ucraina, Argentina ) hanno imposto dazi e tariffe alle loro esportazioni, riducendone di un terzo la disponibilità a livello mondiale. Vietnam, India ed Egitto, tre dei maggiori produttori mondiali di riso, hanno fatto la stessa operazione. Nel breve volgere di quattro anni il prezzo del frumento è triplicato alla Borsa delle merci, e, nonostante la previsione di un buon raccolto del 2008, la Banca Mondiale e la FAO si aspettano una crisi nel prossimo anno con un aumento progressivo del prezzo. Alla base del rincaro c’è l’aumento del petrolio, da cui derivano i fertilizzanti, il gasolio per le macchine agricole ed i trasporti; la riduzione della disponibilità di grano, legata alla trasformazione delle colture in granturco per produrre bioetanolo; la speculazione finanziaria sulle materie prime; l’aumento della domanda da parte dei Paesi emergenti e l’aumento progressivo della popolazione mondiale.
Nel mercato globale la domanda cresce più in fretta dell’offerta, il mondo consuma più frumento di quanto ne produca, le scorte si riducono progressivamente: oggi ne abbiamo solo per due mesi.
Credo che occorra prendere atto di una semplice realtà: la natura non è in grado di offrire indefinitamente all’uomo risorse sufficienti a sostenere l’aumento della popolazione. Una delle cause di crisi e caduta di una civiltà è stato lo squilibrio tra risorse e popolazione. E tra le risorse più importanti occorre mettere l’acqua, ma ogni anno la disponibilità è continuamente diminuita e oggi ne abbiamo circa il 40% in meno di cinquant’anni fa.
Ridurre la quantità di cibo e risparmiare acqua possono aiutare a ritardare la crisi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il mito del libero mercato è un vero fallimento, ma purtroppo vedo che è destinato a durare per molto tempo. Fino a quando si creerà un forte antagonismo tra il nord e il sud del mondo, e intendo anche nel piccolo perchè anche da noi, in occidente, ci sono le periferie. Non so ma la crisi prima o poi arriverà e come al solito interverrà lo Stato a risolvere tutto. Dopodichè basta con questa vecchia e dannosa ideologia liberrista.

Ma sarà una crisi a lungo termine.

Ciao testa di capra! (un mio modo di salutare)

Saccozzi Roberto ha detto...

La testa di capra è il boccone prelibato per l'ospite d'onore.
La crisi sarà lunga, difficile ed è ora impossibile prevedere come e quando uscirne.
Bisognerà cambiare modo di vivere.
Ciao. A presto. Roberto