martedì 8 aprile 2008

Il sangue placentare



Nove mesi di gravidanza, poi il travaglio, lo sforzo, la fatica, il dolore, il vagito del bambino: alla fine incomincia il secondamento e viene espulsa la placenta con quel piccolo cordone ombelicale.
Sono 560.000 i nuovi nati in Italia ogni anno. Ognuno può costituire una speranza di vita per un bambino malato nel mondo. Ogni anno ci sono centinaia di casi di leucemia infantile e di linfomi, alcune migliaia di talassemia ed altre malattie ematologiche in Italia, mentre se ci spostiamo su un panorama più vasto, che è quello Mediterraneo gli ammalati sono dell’ordine delle decine di migliaia.
In quel cordone ombelicale c’è racchiuso un piccolo tesoro, le cellule staminale embrionali, che nella maggior parte dei casi viene letteralmente buttato via.
Il trapianto di cellule presenti nel sangue del cordone ombelicale può essere la chiave di volta di questa speranza in quanto le cellule staminali presenti nel sangue placentare sono progenitrici di tutte le cellule ematopoietiche e quindi adatte per sostituire il trapianto di midollo.
Il progetto di raccolta deve coinvolgere i reparti di ostetricia, di pediatria e i centri trasfusionali, e soprattutto le donne in gravidanza a cui viene spiegata l’iniziativa durante i corsi di preparazione al parto e di cui si chiede il consenso informato. Mediamente risponde positivamente una donna su tre:ma solo 2623 donne ( 0.46%) hanno deciso di donare le cellule staminali del cordone ombelicale, mentre 5137 hanno deciso di affidarsi ad una banca straniera.
La raccolta del cordone avviene al momento del parto, senza rischi per la madre ed il bambino, dopo la nascita del bambino, prima dell’espulsione della placenta, quando il cordone è già stato reciso. Il sangue viene aspirato e raccolto in una sacca, che, entro 36 ore deve essere recapitata alla Banca del sangue del cordone, dove centrifugato,analizzato e tipizzato, viene conservato in contenitori a -190° per circa 10 anni. I dati, inseriti in una banca dati mondiale, sono a disposizione dei centri di immunoematologia di tutto il mondo. Dopo sei mesi vengono effettuati esami alla madre ed al bambino per escludere possibili malattie, soprattutto di origine virale ( epatite, HIV ).
Il trapianto di cellule staminali è alternativo a quello del midollo per leucemia, linfomi, talassemia. Permette di abbreviare i tempi di attesa, garantisce una maggiore disponibilità di donazioni, riduce a zero il rischio della grave malattia del trapianto verso l’ospite.
I cordoni ombelicali più ricchi contengono in media 1.200.000.000 di cellule staminali, per avere successo occorre trapiantarne 30 milioni per kg. di peso del paziente, per cui il trapianto è possibile solo per individui di peso inferiore ai 40 kg. Recentemente si è compiuto con successo la moltiplicazione di cellule staminali in una “Cell Factory”, per cui vi è una prospettiva di utilizzo anche per pazienti di peso superiore
Il costo di un prelievo di sangue placentare è di circa 40 euro mentre la tipizzazione e la conservazione in un centro specializzato è di circa 1000 euro.
Circa il 50% dei pazienti affetti da leucemie e linfomi, per i quali è necessario il trapianto di midollo osseo, non dispone di un donatore compatibile nell’ambito familiare o nei registri internazionali di donatori volontari di midollo.
Per quanto riguarda la talassemia il trapianto di midollo è l’unica cura definitiva della malattia con un successo nel 90% dei casi, mentre la cura tradizionale con trasfusione e farmaci chelanti il ferro non supera il 20%. Se consideriamo il costo di un trapianto è apparentemente più caro ( 200.000 US) ma la cura tradizionale che dura 15 anni con un costo annuo di 30.000 US alla fine costa di più ( 30.000 x 15 = 450.000 US).
In Germania,Francia, Spagna ed Inghilterra la donazione è facile ed ubiquitaria, mentre in Italia solo pochi centri, prevalentemente al Centro-Nord, garantiscono questo servizio ( ma attente a non partorire di sabato o domenica).
Nel 2004 al G8 di Genova è stato proposto l’ International Thalassemia Project gestito dall’Istituto Ematologico Mediterraneo di Roma ( Prof. Mandelli e Prof. Lucarelli).
Lo scopo è quello di trasferire knowhow e tecnologie ai Paesi Mediterranei con la creazione di una rete specializzata nel trapianto di midollo
Una sempre più ampia raccolta di campioni tipizzati, renderebbe sempre più facile il reperimento di una donazione compatibile.
Indirizzi utili: ADISCO e GRACE

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