venerdì 4 aprile 2008

Ahi, trista Italia.


Sono molto preoccupato per il futuro democratico dell’Italia se, per disgrazia, dovesse vincere le elezioni il Dr.Silvio Berlusconi. Ho ancora nelle orecchie il suo petulante arringare le folle con discorsi di basso livello intellettuale e di avvincente populismo. Il suo ragionare politico è semplicemente un parlare contro, un esaltare valori a cui non crede, un promettere cose che sa benissimo di non poter mantenere. Il mio pessimismo sul futuro di questa Nazione è legato ai sondaggi che assegnano al nostro eroe più del 40% dei voti. Se questa quota di cittadini italiani non ha ancora capito con chi ha a che fare o meglio lo ha capito e gli fa comodo, allora mi sento in esilio in questa nazione così sciagurata. Allora è bene che si sciroppi ancora un capo del governo che fa le corna, che riesce ad uscire con gaffes deliranti, che racconta barzellette e che riesce ad essere amico e farsene vanto di tipi come Bush o Putin. Avremo un altro quinquennio di allegra economia, di leggi ad personam (ne sono rimaste poche da fare), di programmi faraonici, di ministri amici e sodali. Risentiremo le solite sparate sul nemico comunista, sui giudici rossi, sulle istituzioni ostili.
Ci saranno i soliti giornali amici, le solite televisioni amiche, i soliti politici portaborse o meglio surrogati intellettuali che ci allieteranno con le solite interviste, opinioni, panegirici ed altro.
Non vedo l’ora di rivedere il viso che ispira allegria e serenità del senatore Schifani o il fazzoletto verde del Dr. Calderoli, le sparate di Bossi o il nuovo corso di Fini ( sarà nuovo o è sempre lo stesso vecchio refrain del comico di spalla). Non mi fido di persone che hanno dimostrato in diverse occasioni di non rispettare l’avversario, che trasformano momenti di confronto dialettico in rissa, che oggi dicono una cosa salvo smentirla poche ore dopo. Non mi fido di persone che hanno detto che con la mafia occorre conviverci, che non hanno mai partecipato alla solenne celebrazione del 25 aprile, che non hanno mai parlato di resistenza, che considerano la Costituzione Italiana un pezzo di carta che si può cambiare impunemente. Non mi fido di una persona così ricca che può comperare tutto e molti, che in nessun paese civile potrebbe partecipare ad una competizione elettorale senza mettere il suo immenso patrimonio in un blind trust. Solo in un paese da terzo mondo come l’Italia ciò può accadere non una volta, ma continua a ripetersi senza che nessuno sollevi la minima obiezione. Ahi, trista Italia.

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