domenica 9 marzo 2008

La Grande Madre



Alcuni diritti delle donne stabilmente acquisiti sono oggi violentemente contestati e hanno riportato indietro di anni la libertà di decidere. Ci sono pesanti ingerenze dell'uomo contro l'autodeterminazione delle donne. A pochi giorni dall'8 marzo è morta a Roma Tina Lagostena Bassi, grande avvocato e grande difensore delle donne sia in Tribunale che nella società civile. Ha difeso la donna nella famiglia, nel lavoro, dallo sfruttamento e dalle violenze, per ridare loro quella dignità e quel posto che avevano nella società primitiva. Mi si contesta spesso di incominciare sempre dall'uovo, ma credo che la storia dell'uomo debba essere letta dall'inizio, quando vi erano meno condizionamenti.Quando il genere umano si è evoluto e si è strutturato in piccole tribù, solo la specializzazione ha consentito la sopravvivenza ed il progresso. Il maschio è diventato cacciatore-raccoglitore ( più muscoli e più forza ) e la femmina si è invece occupata della raccolta e della preparazione del cibo, della cura dei figli, delle strutture sociali, della organizzazione del villaggio.Proprio per queste differenti specializzazioni il linguaggio della donna è più dedicato alle relazioni interpersonali e più elaborato per seguire meglio lo sviluppo del bambino. Mentre gli uomini progredivano in quello che era il loro unico compito, le donne diventano sempre più brave nell'affrontare i molteplici problemi nello stesso tempo. Questa differenza c'è ancora oggi. Nell'evoluzione non ci si è mai posto il problema se un sesso dominasse l'altro: erano entrambi necessari e complementari per la sopravvivenza. C'era un equilibrio tra i due sessi, erano diversi, ma uguali. La religione, a quel tempo, centro della società umana, era coniugata al femminile, la Grande Madre, che governava il ciclo delle stagioni, la fertilità della terra e del bestiame, il ciclo femminile, il moto della luna e delle maree. In un mondo, scarsamente popolato, il maschio era necessario ma non indispensabile come la femmina depositaria del mistero della maternità. Questo equilibrio si è rotto quando la popolazione è cresciuta, e la tribù si è spostata dal villaggio alla città, la benigna Dea Madre si è trasformata in un autoritario Dio Padre, maschio e vendicativo, i cui spietati sacerdoti, di sesso maschile, nei secoli hanno assicurato il potere ed un alto status sociale a se stessi e agli uomini in generale a spese delle donne. Oggi possiamo tornare "primitivi" e ritrovare la sintonia con la natura e le donne, uscire dalla nebbia in cui hanno avvolto le nostre menti per secoli, ritrovare una spiritualità non conforme a quella ufficiale.

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